Quali sono stati i primi mosaici nella Storia? Quali civiltà hanno contribuito all’origine dell’arte musiva? Scopriamo insieme alcuni esempi di mosaici realizzati in epoca antica. Tecnica artistica tra le più raffinate e impegnative, il mosaico non si manifesta come espressione di arte spontanea ma è il prodotto di una società ricca ed evoluta.
Dal punto di vista storico si è sviluppato in un ambito culturalmente e geograficamente ristretto, la civiltà greco romana e in seguito il mondo cristiano e bizantino, che lo elevarono a principale mezzo di espressione artistica.
Mentre le civiltà dell’india, dell’estremo Oriente e dell’America lo ignorarono del tutto o ne limitarono l’impiego alla decorazione di suppellettili e piccoli oggetti.
Alcuni studiosi e ricercatori collocano la nascita di questa tecnica artistica in territorio greco intorno al V secolo ma i manufatti di Uruk, costituiti da coni di terracotta colorata inseriti nelle mura a creare delle composizioni, ne spostano la data al 3000 a.C. in area sumerica.
A Olinto, in Grecia, sono stati scoperti vasti mosaici pavimentali in ricche abitazioni private, realizzati verso il IV secolo a.C. con ciottoli naturali, prevalentemente bianchi e neri.
Altri esempi di pavimenti in ciottoli si trovano a Corinto, a Pella e a Sicione.
Dopo la dominazione di Alessandro Magno (356-323 a.C.) i ciottoli furono sostituiti con frammenti di pietra tagliati in forma cubica e dall’Oriente furono introdotte le tessere di pasta vitrea. Il più antico esempio di pavimento musivo realizzato con tessere si trova a Morgantina in Sicilia (III sec a.C.).
I raffinati greci amavano molto i rivestimenti con tessere di marmi policromi con cui componevano dei mosaici molto simili a dipinti. D’altra parte, il territorio greco era talmente ricco di marmi e di rocce lavorabili, da consentire di abbandonare l’uso di ciottoli e terrecotte.
L’introduzione del mosaico a Roma e la conseguente diffusione in tutti i suoi territori ha grande impulso con la conquista di Corinto (146 a.C.) e il trasporto a Roma di molte opere pregevoli.
I mosaici romani presenti in Italia sono riconducibili a quattro stili: lo stile ellenista dal II al I secolo a.C. (battaglia di Isso); lo stile bianco e nero (Cave Canem); lo stile fiorito dal 120-130 d.C.(pavimentazione delle terme di Ostia); lo stile policromo dal IV secolo d.C (Piazza Armerina).
L’arte cristiana fece sua la tecnica musiva impiegando soprattutto tessere di smalti vetrosi e d’oro e collocando le decorazioni prevalentemente sulle pareti e sulle volte. Il mosaico bizantino del V e VI secolo modula le immagini con una gamma straordinaria di colori ottenuti dal riflettersi della luce sulla superficie vetrosa. I capolavori realizzati a Ravenna ne sono l’esempio.